C’ERA UNA VOLTA STELLA

Il volto del personaggio di Stella in "Falene"

Stella. Chi è Stella?
Il nome non ci dice nulla. Le carte storiche, i giornali dell’epoca non parlano di lei ed è alquanto difficile trovarne tracce.
Un racconto tramandato nel tempo parla di questa donna di nome Stella che, impossibilitata ad avere un guadagno dignitoso dal lavoro di lavandaia, si ritrovò costretta a prostituirsi nella Villanova di Bagnacavallo tra Ottocento e Novecento. Nello svolgere il suo lavoro, considerato che l’acqua nel paiolo andava scaldata dalle fiamme di un piccolo fuocherello, le vesti di Stella presero fuoco.

Quando le persone iniziarono a soccorrerla, pare che lei li abbia tenuti alla larga, affermando che doveva pagare le sue colpe di peccatrice, pregando e lasciandosi quindi morire.
Questa triste storia d’altri tempi fu raccontata da Adelaide Manetti ai nipoti, ma nonostante le varie ricerche messe in atto per ritrovare Stella, nulla ha dato risultati.
Stella è una donna che in “Falene” finisce per far parlare di sé. Siamo nel 1896. Una donna del paese la trova in camera con suo figlio e, subito, si grida allo scandalo.
Si comincia a dire che il suo unico modo per arrotondare fosse la prostituzione. Per via di quelle voci, il lavoro le viene a mancare. Ed è qui che entra a far parte del mondo dei Sért. Perché se Pietro Manetti si oppone con forza all’arrivo di quella donna in casa sua, la moglie donna Livia non è della stessa idea. Comprende il disagio e la povertà di Stella, e decide di darle una possibilità. Nel capitolo 14 di “Falene”, infatti, donna Livia afferma:

“Mio marito s’è opposto, ma questa donna merita un riscatto! Voglio che venga a far il bucato da noi. Sono certa che la Carolina e la Vincenza non obietteranno a due mani in più! La loro paga non cambierà.”

La solidarietà femminile ha quindi la meglio.
Stella condivide con le altre due lavoratrici dei Sért il compito di lavare i panni dietro casa.
Sarà proprio in questo ambito che si verificheranno gli eventi che ci sono stati raccontati dai ricordi del paese.
Ciò che segue il tragico svolgersi della trama rivelerà, però, un dettaglio non indifferente.

NON LEGGERE OLTRE – SPOILER



Stella è in realtà Aurelia Cavassini. “Falene” parla di Aurelia già dai primi capitoli, quando viene introdotto il personaggio di Masino, Tommaso Sangiorgi, il garzone dei Sért nel 1880.

Lui ha infatti avuto una storia d’amore con l’allora giovane figlia ventenne di donna Carlotta Cavassini, Aurelia.
Dalla loro unione segreta nasce Clotilde Cavassini, ma il destino di questa giovane famiglia è già segnato.
Masino viene forzatamente allontanato da Aurelia, e quest’ultima viene mandata altrove, fuori dal paese, in un istituto religioso di Bagnacavallo che la madre conosce bene.
La neonata, invece, verrà cresciuta dalla nonna senza memoria alcuna dei suoi genitori, che non si rivedranno più.

 

Un'elaborazione fotografica di Stella, 1896
Donna Carlotta e la figlia Aurelia, 1878
Donna Carlotta e la nipote Clotilde, 1883
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Donna Carlotta e la nipote Clotilde, 1892
Un'elaborazione pittorica di Stella, 1896

Quando Aurelia torna a Villanova, sono passati 17 anni. Il suo vero obiettivo è quello di riguadagnarsi un posto nella società dell’epoca, scoprire cosa ne è stato di Masino e recuperare la sua famiglia. Cerca di non farsi notare, inventando una nuova identità ed un nuovo nome: Stella.
Ma nulla gioca a suo favore e si ritrova irrimediabilmente a dover affrontare delle difficoltà più grandi di lei.

Il lettore non può fare a meno di chiedersi: cosa sarebbe successo se Aurelia si fosse riappropriata del suo posto in famiglia ed in paese? Avrebbe recuperato il rapporto con la madre? Avrebbe finalmente conosciuto la figlia Clotilde?

Il libro arriva invece a mostrarci come la vicenda di Stella contribuirà ad unire ulteriormente Clotilde e la nonna in un rapporto morboso e malato, portando poi la giovane ragazza a sviluppare un carattere insicuro, vendicativo e manipolatorio.

 

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